AVVOCATI MINACCIATI!
Care/i tutte/i,
Vi inviamo la delibera adottata da Camera Penale e Ordine degli avvocati di Pisa, Camera Penale e Ordine degli avvocati di Lucca, unitamente all’Osservatorio Avvocati Minacciati della Unione Camere Penali in relazione alle ennesime e preoccupanti manifestazioni di odio nei confronti del difensore che assiste indiziati di gravi reati, verificatesi nelle ultime settimane a seguito del brutale omicidio della Dr.ssa Barbara Capovani.
Per il direttivo,
Alessandro Zarra
VII OPEN DAY 2023: RIMINI 9-10 GIUGNO 2023.
LA PENA SENZA PROCESSO, IL PROCESSO COME PENA’. Questo il titolo del VII Open Day che si terrà al Palacongressi di Rimini il 9 e 10 giugno 2023. All’interno il programma definitivo dell’evento ed il link per le iscrizioni
ALLEGATO PROGRAMMA
AVVOCATO: DEONTOLOGIA E RUOLO.
Vi inviamo la locandina del prossimo incontro formativo della Scuola Camera Penale Pisa che si terrà mercoledì 31 maggio p.V. alla Stazione Leopolda ed avrà ad oggetto il ruolo dell’avvocato ed i profili deontologici della professione forense.
Vi aspettiamo numerose/i.
Per il direttivo,
Alessandro Zarra
COMMEMORAZIONE ENZO TORTORA -18.05.2023
Cari Amici,
inviamo in calce il link con l’abstract per la commemorazione del 35° anniversario della morte di Enzo Tortora, che si terrà il prossimo 18 maggio alle ore 11.00 presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati.
Nell’occasione, verrà realizzata una rappresentazione teatrale dal titolo: “Nell’occhio del labirinto – Apologia di Enzo Tortora’ (di Chicco Dossi, con Simone Tudda – Teatro della Cooperativa).
Con preghiera di massima diffusione tra gli iscritti alla Camera penale ed i corsisti della scuola territoriale.
COMMEMORAZIONE ENTO TORTORA – 18.05.2023
Per accedere è necessario registrarsi all’indirizzo mail che di seguito si riporta:
cerimoniale.adesioni@camera.it – indicando data e orario dell’evento
(L’ingresso sarà consentito fino alle ore 10.45)
Un caro saluto
Clara Veneto Massimo Galasso
Responsabili osservatorio scuole territoriali
INERZIA DEL GOVERNO SULLE RIFORME: L’ASTENSIONE DEI PENALISTI ITALIANI.
La preannunciata stagione delle riforme liberali della giustizia è già abortita? Le riforme processuali urgenti richieste dalla avvocatura sono ignorate. I diktat della magistratura prontamente eseguiti: rallentamento della riforma costituzionale della separazione delle carriere, congelamento delle riforme dell’ordinamento giudiziario sgradite alle toghe. E poi, carcere, carcere, carcere, ogni qual volta la cronaca e la ricerca del consenso ispirano e sollecitano il peggiore populismo penale. I penalisti italiani lanciano nel paese la mobilitazione per il rispetto degli impegni elettorali e parlamentari assunti dalla nuova maggioranza: subito tre giornate di astensione dalle udienze penali, per dare il via ad una nuova stagione di iniziative politiche in difesa del diritto penale liberale e del giusto processo.
GIUNTA DELL’UNIONE DELLE CAMERE PENALI ITALIANE
La delibera di astensione dell’Unione Camere Penali Italiane.
Delibera del 27 marzo 2023
La Giunta UCPI,
premesso che
sono rimasti senza esito i ripetuti impegni pubblici del Ministro Nordio ad avviare – sin dalla metà di gennaio- un tavolo (Camere Penali, A.N.M, accademia) per individuare gli interventi più necessari ed urgenti di modifica dei decreti attuativi Cartabia. Un complesso documento redatto dai penalisti italiani, con il sostegno della più autorevole dottrina processualista italiana, ha da tempo segnalato al Ministro in modo articolato le più gravi criticità, prima tra tutte le nuove norme sulle impugnazioni, che si traducono nel grave pregiudizio -già quotidianamente in atto nelle aule di giustizia- per il diritto di appello soprattutto dei soggetti più deboli i quali, assistiti da difensori di ufficio e spesso privi di un domicilio stabile, sono spesso posti nella inaccettabile condizione di non potere accedere ai successivi gradi di giudizio. Ciò mentre altre criticità (quali ad esempio la imminente entrata a regime delle udienze predibattimentali nonostante i gravi vuoti di organico, o l’anomalia ed ingestibilità del nuovo regime prescrizionale) esigono risposte sulle quali pure il Parlamento ha formalmente impegnato il Governo, ad oggi senza alcun esito;
al contrario, sono evidentissimi e convergenti i segnali di una politica della giustizia di nuovo prona ai diktat ed ai desiderata della magistratura. Si fermano o si tenta di manomettere le riforme dell’ordinamento giudiziario appena varate e sgradite alla magistratura (porte girevoli, distacchi ministeriali, fascicolo per le valutazioni professionali); si fa abortire sul nascere la riforma costituzionale per la separazione delle carriere in magistratura, pur annunciata in campagna elettorale come il punto centrale della riforma della giustizia italiana (da attuarsi -come tutti ricordiamo- “nei primi sei mesi”). Accade infatti che proprio il gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia sia l’unica forza di maggioranza (essendone la principale) a non aver presentato né la proposta di legge di iniziativa popolare delle camere penali, facendola propria al pari di Lega e Forza Italia (oltre che di Azione-Italia Viva), né alcuna altra proposta;
per converso, la politica della giustizia in questi primi mesi si è puntualmente connotata, con prontezza e rapidità di azione degna di miglior causa, per la spasmodica sua attenzione alle parole d’ordine del peggiore giustizialismo populista. Carcere, intercettazioni e addirittura codice antimafia contro il grottesco spauracchio dei rave-parties; ulteriore aggravamento del regime penitenziario del 41 bis e del regime delle ostatività; illusorie e propagandistiche moltiplicazioni iperboliche delle pene nei confronti di imprendibili trafficanti di esseri umani protetti e garantiti nelle loro patrie, e nei confronti di scafisti indebitamente spacciati per trafficanti; indiscriminati accanimenti carcerari nei confronti di poche decine di detenute madri o in gravidanza, per colpire quella parte di esse balzate agli onori delle cronache social;
considerato che
si assiste dunque ad un eclatante quanto paradossale contrasto tra le idee ed i programmi di riforma liberale della giustizia penale che il Ministro Carlo Nordio ha formalmente e solennemente annunciato in Parlamento, e che egli continua a ribadire e rivendicare -con sincera e profonda convinzione- in ogni occasione pubblica e di interlocuzione con l’avvocatura, e la quotidiana realtà di una politica giudiziaria, governativa e parlamentare, ispirata al più vieto populismo giustizialista e pronta, ancora più che nei precedenti governi, a dare ascolto e privilegiata priorità alle esigenze corporative e politiche della magistratura, la cui forza di condizionamento della macchina amministrativa ministeriale, tuttora dominata da magistrati ivi distaccati in spregio al principio della separazione dei poteri, lungi dall’essere finalmente ridimensionata come nei dichiarati propositi della nuova maggioranza politica, appare al contrario ulteriormente rafforzata;
i penalisti italiani ribadiscono senza riserve il proprio apprezzamento, la propria condivisione ed il proprio sostegno verso le idee riformiste del Ministro Carlo Nordio, ed alla figura di giurista ed intellettuale liberale quale egli certamente è, ma non possono più oltre ignorare come quelle idee e quei propositi riformisti appaiano osteggiati ed interdetti dalla stessa maggioranza che dovrebbe sostenerli, come anche da una burocrazia ministeriale tradizionalmente incline ad assumere l’improprio ruolo di decisore politico che di fedele ed efficiente esecutore delle idee e della volontà politica del Ministro Guardasigilli;
appare dunque necessario avviare una forte campagna di mobilitazione della pubblica opinione, volta a richiamare il governo e la maggioranza parlamentare che lo sostiene al rispetto degli impegni di riforma della giustizia penale e dell’ordinamento giudiziario inequivocabilmente annunciati prima in campagna elettorale e poi in Parlamento, nonché il Ministro Guardasigilli a dare immediato seguito all’impegno reiteratamente e pubblicamente assunto di apertura di un tavolo tra avvocatura, magistratura ed esecutivo per la individuazione delle più urgenti esigenze di modifica dei decreti attuativi della recente riforma del processo penale;
delibera
secondo le regole del codice di autoregolamentazione, l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale per i giorni 19, 20, 21 aprile 2023, invitando tutte le Camere Penali territoriali ad organizzare nei primi due giorni ogni utile iniziativa politica di confronto, mobilitazione e discussione sulle ragioni e gli obbiettivi della protesta nazionale, e ad accelerare la già deliberata organizzazione dei comitati locali di sostegno al percorso parlamentare della riforma costituzionale per la separazione delle carriere in magistratura, aperti a tutta la società civile;
convoca
per il giorno venerdì 21 aprile 2023, in Roma, in luogo ed ora che saranno successivamente comunicati, una manifestazione nazionale per il rilancio e la concreta attuazione delle riforme della Giustizia penale che il Governo ed il Parlamento si sono formalmente e ripetutamene impegnati a realizzare, a partite dagli indifferibili interventi correttivi della riforma del processo penale;
invita
il Consiglio Nazionale Forense, gli Ordini forensi territoriali e tutte le associazioni forensi italiane ad esprimere il proprio sostegno, nelle forme che si riterranno opportune, a questa iniziativa di protesta e di mobilitazione civile;
dispone
la trasmissione della presente delibera al Presidente della Repubblica, ai Presidenti della Camera e del Senato, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Giustizia, ai Capi degli Uffici giudiziari.
Il Presidente
Avv. Gian Domenico Caiazza
Il Segretario
Avv. Eriberto Rosso
PROPOSTE UCPI DI EMENDAMENTI AL DLGS 150/2022
Pubblichiamo le proposte di emendamento al D.Lgs. n. 150/2022 (“riforma Cartabia”), redatte dall’Unione con il Centro Studi Aldo Marongiu, e consegnate al Ministro della giustizia.
Il differimento dell’entrata in vigore del Decreti attuativi della c.d. “Riforma Cartabia”, voluto dal nuovo Governo, ha visto svilupparsi un dibattito sia intorno alla filosofia della riforma, sia sulla incidenza sistematica che alcuni istituti determineranno nel processo penale.
L’Unione delle Camere Penali Italiane ha più volte avuto modo di ribadire che, se sul piano sostanziale l’intervento riformatore, sia pure in modo parziale, costituisce un apprezzabile contributo ad una nuova definizione del sistema sanzionatorio e dell’esecuzione penale, sul piano della disciplina processuale invece, i Decreti Delegati definiscono un quadro spesso incongruente che nella pratica attuazione è destinato a determinare l’erosione dei diritti di difesa senza peraltro provocare una effettiva riduzione dei tempi del processo.
Del resto, con la legge delega il Legislatore aveva inteso porre rimedio agli aspetti più devastanti dell’originario disegno Bonafede e mitigare gli effetti della abrogazione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado. L’impegno riformatore del Governo Draghi e della Ministra Cartabia in particolare ha certamente avuto il merito di ricondurre al centro del percorso di riforma un quadro valoriale diametralmente opposto a quello assunto come riferimento dal Ministro Bonafede, e dalla forza di maggioranza relativa del Parlamento italiano nella scorsa legislatura. Per questa ragione, l’avvocatura penalistica si è impegnata nella difesa e nel sostegno di questo sforzo, comprendendone la enorme difficoltà e -viste le condizioni date- il grande valore politico. Ma è del tutto ovvio che un simile sforzo ha inevitabilmente determinato un prodotto aperto a diverse soluzioni e con profili di ambiguità, prontamente segnalati dall’avvocatura penale, così che in alcuni casi il Legislatore delegato ha potuto procedere eccedendo la Delega, in altri prevedendo una disciplina destinata ancor più a mortificare i diritti della difesa e le garanzie dell’imputato.
Nel corso di questa Legislatura sarà necessario verificare le condizioni per una organica riforma del processo penale che, all’insegna del ritorno allo spirito, e per tante parti alla lettera, del codice del 1988, restituisca il significato proprio al sistema accusatorio.
Questa dovrà essere la Legislatura nella quale portare a compimento la Riforma di Ordinamento Giudiziario che finalmente preveda la separazione delle carriere tra i Giudici e i Magistrati del Pubblico Ministero.
Oggi i penalisti italiani, insieme alla maggioranza degli studiosi del diritto penale, chiedono che sia ripristinato nel nostro sistema l’istituto della “prescrizione sostanziale”: base di partenza per la discussione è il progetto elaborato dalla Commissione Lattanzi.
Ineludibile è poi l’intervento per la interdizione del potere di appellare le sentenze di assoluzione da parte del P.M.
Quanto alla disciplina processuale oggetto della Delega, da una parte dovranno prevedersi interventi organici di nuova definizione per estendere l’operatività dei riti speciali, realizzare una effettiva depenalizzazione e un profondo ripensamento dell’intero sistema delle impugnazioni. Sono poi urgenti interventi – da inserirsi nel percorso di aggiornamento e modifica dell’attuale disciplina già previsti nella legge delega – finalizzati a correggere le storture dei Decreti Attuativi.